Considerazioni sulla Fotografia
Poniamoci una semplice, ma fondamentale, domanda: Il nostro scopo, quando si fotografa, è quello di fare una mera documentazione di ciò che si vede, oppure di esprimere una propria personalissima idea della realtà?
- Se la risposta è “fare una mera documentazione di ciò che
vedo”, il che va benissimo, questo farà di te probabilmente un ottimo fotografo di natura, di reportage o di street che sa cogliere l'attimo fuggente e che quindi "hai
qualcosa da dire del mondo".
- Se la risposta è invece “voglio comunicare ed
esprimere la mia personale visione della realtà” allora fai parte di coloro che intendono la fotografia come un mezzo di comunicazione e di espressione artistica. Perciò
fotografare è una emozione che cerchi di tirare fuori da quel che ti
circonda e dalla tua interiorità personale e quindi .......... che "hai qualcosa da dire di te al mondo" .
Fare le cose ripetitive dà a molti sicurezza e tranquillità ma si resta fermi al "déjà vu". Andare oltre, sperimentando e cercando spunti nuovi e non comuni, genera cambiamenti spesso costruttivi, per la Fotografia in particolare e l'Arte in generale.
Questo è il nuovo progetto fotografico che è stato presentato per la prima volta a Firenze nel 2016 con le prime 11 stampe e poi a Carmignano (PO) nel 2017. Adesso il progetto consta in tutto di 24 stampe, della dimensione di 50x70 cm ognuna, che sono state in Mostra a Firenze, Prato, Siena, Roma e poi, con il titolo di "Anime Perse", al Milano Photo Festival nel 2018 ed a Cesano Boscone (MI) nel 2019
La poetica di Andrea Gasparro si concentra sulla osservazione della solitudine urbana. Il suo peculiare linguaggio fotografico si declina secondo esplorazioni tecniche differenti: il fotografo riflette molto sul concetto di colore, di resa delle atmosfere, delle luci. Da qualche anno è passato alla ricerca e poi all’uso personale del colore come vero e proprio linguaggio espressivo, protagonista delle immagini tanto quanto i soggetti fotografati, capace di trasmettere la percezione di luoghi e situazioni di solitudini urbane, in una visione onirica e fuori dagli standard usuali.
Questo progetto deve essere definito in certi particolari, ma intanto qui ne potete vedere alcuni esempi e forse sarà oggetto per prossime esposizioni.
In questo lavoro ho deformato strutture reali ottenendo oggetti surreali. Qui solo alcuni esempi e che presto spero di presentare in una Mostra:
Studio sulle Ombre
Miraggi Urbani
Come Quadri
Considerazioni sulla post-produzione
Quando certi "puristi" della fotografia asseriscono che bisogna presentare le foto solo e soltanto così come "escono" dalla fotocamera senza modifica alcuna (ma il Jpeg è già post-prodotto e dipende da come viene settata la macchina e non è vero nemmeno per il Raw), rispondo dicendo che in camera oscura, i ritocchi si facevano, ed era normale che nessuno se ne scandalizzasse.
Ecco i capitoli del testo che adottai quando ho insegnato fotografia ai giovani negli anni '80 (Il Manuale del Fotografo di John Hedgecoe - Arnoldo Mondadori - 1978). In esso vi sono ben 50 pagine dedicate a questo argomento e qui sotto sintetizzo l'indice relativo:
- Varianti nello sviluppo della pellicola
- Il negativo a trattamento avvenuto
- Pellicole speciali, negativi multipli e sandwich di negativi
- Solarizzazione di stampe e pellicole
- Regolazione del contrasto, effetti ottici
- Manipolazione del piano di ingrandimento
- La vignettatura, textures addizionali, immagini multiple
- Variazioni nel trattamento della carta fotografica, viraggio delle stampe
- I processi di riporto dell'emulsione sensibile, i fotogrammi
- Stampa con prodotti chimici, il ritocco dei negativi
- Il ritocco delle stampe, i montaggi, i montaggi surrealistici
- La coloritura delle stampe in bianco e nero
- La foto-duplicazione, le variazioni cromatiche